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ALZHEIMER
Il morbo di Alzheimer e le demenze sono una malattia a carattere degenerativo del sistema nervoso.
Vari cambiamenti e modificazioni nell’uso delle abilità cognitive avvengono a causa delle demenze:
- deficit mnesici
- deficit spazio-temporali
- deficit percettivi (agnosie)
- deficit aprassici,
- deficit dell’attenzione e delle funzioni di esecuzione.
Varie modificazioni di carattere comportamentale ed emotivo:
- aggressività
- allucinazioni
- deliri
- irritabilità
- ripetitività
- eccessivo attaccamento
- disturbi dell’umore (depressione ed ansia)
- disinibizione
- alterazione del ciclo sonno-veglia
- memoria
- emozione
- linguaggio
- pensiero
- orientamento.
Non bisogna dimenticare come spesso diverse malattie vengono confuse con la demenza e viceversa:
il delirium, la depressione, la demenza multi-infartuale, la demenza vascolare sottocorticale, la demenza frontotemporale.
Per offrire un quadro concreto delle variabili demografiche e della loro correlazione consultare “la ricerca Alzheimer”:una ricerca pilota di “Analisi statistico descrittiva effettuata su di un campione di 801 pazienti afferenti nell’arco di anni che và dal 2001 al 2008 per valutazione neurocognitiva (per sospetta demenza) all’Azienda Sanitaria Locale D.S.M. Servizio di Psicologia dell’età adulta ed evolutiva di Taranto (Chiloiro D., Scapati F., Battaglia D., Cetera N., Zinzi E. 2010,138-140) .
Anche se sin ad oggi non si è ancora riusciti a trovare una vera e propria cura per questa malattia, svariati tentativi sia in campo farmacologico che riabilitativo “cercano” di rallentarne il suo decorso.
Per questo si cercherà di agire sulla riabilitazione delle varie funzioni.
I metodi utilizzati sono il frutto di una integrazione tra tecniche pure di riabilitazione e quelle di natura Psicoterpeutica, con un approccio “centrato sulla persona” (Carl Rogers 1997).
Ci sono anche difficoltà affrontate dalla famiglia del malato per fronteggiarne i cambiamenti dementigeni e ci sono suggerimenti utili per riuscire ad affrontare al meglio la malattia, oltre che padroneggiare in modo più abile ed adeguato con i propri ed altrui vissuti emozionali.
La demenza rappresenta una delle emergenze sanitarie del prossimo futuro (The italian Longitudinal Study on Anging Working Group, 1997; Solfrizzi et al., 2004; Di Carlo et al., 2002). Nell’ultimo decennio stanno aumentando le evidenze a favore del valore della riabilitazione neurocognitiva che riguardano: l’orientamento, la memoria e la gestione del comportamento. Una nuova era sta iniziando. Attraverso studi controllati come nel caso della Reality Orientation Therapy tradizionale (ROT) si potrà acquisire una nuova identità attraverso la quale la persona viene posta al centro dell’attenzione nella sua globalità, nella convinzione che competenza cognitiva e fattori psicosociali contribuiscano alla realizzazione del malato come persona.
Analisi statistico descrittiva dei pazienti valutati per esame neurocognitivo nella ASL/TA1(dal 2001 al 2008)
AZIENDA SANITARIA LOCALE D.S.M. SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA E DI PSICOTERAPIA DELL’ETÀ ADULTA E DELL’ETÀ EVOLUTIVA DI TARANTO (studio pilota)
CHILOIRO DORA1,2, SCAPATI FRANCESCO3, BATTAGLIA DANIELA2, CETERA NICOLA 2, ZINZI ETTORE 2
1 Unità di Psicologia Clinica Ospedaliera 2 Gruppo di ricerca clinica neurocognitiva 3 Direttore Dipartimento di Salute Mentale ASL TAIn questo studio, sono stati valutate le caratteristiche e il numero degli utenti afferenti al servizio di psicologia (dall’anno 2001 al 2008) per sospetto di Alzheimer. Si è individuata l’eventuale connessione con variabili socio-demografiche e neuropsicologiche.
Nell’ambito del gruppo dei soggetti esaminati i tre-quarti di essi ha dimostrato nel complesso la presenza di disturbi cognitivi per i quali è opportuno eseguire un follow-up ed inoltre sarebbe indispensabile l’inserimento in uno specifico programma di training di stimolazione cognitiva riabilitativo.
Il campione, gli obiettivi e il metodo
L’obiettivo della ricerca è stato effettuare uno studio pilota sul campione di 801 soggetti afferenti al Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera dell’Azienda Sanitaria Locale di Taranto (per test deterioramento cognitivo) nel periodo che và dall’anno 2001 al 2008. Verificarne e valutarne le caratteristiche, attraverso un’analisi statistico descrittiva che facesse emergere le connessioni tra variabili socio-demografiche e neuropsicologiche.
Sono state esaminate le relazioni diagnostiche di persone inviate al Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera da medici di base, neurologi, commissione invalidi civili.
La richiesta con la quale gli utenti afferivano era quella di“colloquio clinico psicologico e test deterioramento cognitivo”.
Dalla valutazione multidimensionale neurocognitiva (raccordo anamnestico, osservazione psicologica, somministrazione testistica e diagnosi) del campione a disposizione sono stati estrapolati i seguenti dati:
– variabili demografiche: numero, età, sesso, provenienza, anno di valutazione, scolarità, professione lavorativa;
– variabili diagnostiche rilevate con: B.A.D.L. (autonomie funzionali della vita quotidiana), I.A.D.L. (autonomie strumentali della vita quotidiana), M.M.S.E. (Mini Mental State Examination, Screening neurocognitivo di base), M.O.D.A. (Milan Overall Disease Alzheimer), A.D.A.S. (Alzheimer Disease Assesment Scale, esame neurocognitivo specifico di stadiazione), Depression scale, Scheda 8 del C.B.A. (scala di valutazione della depressione);
– variabile di comorbidità (presenza di patologie organica o psicopatologica);
Lo strumento utilizzato per l’analisi statistica è stato il software SPSS 15.0 per Windows.
La popolazione studiata riguarda tutti gli afferenti al Servizio per l’esame di valutazione di deterioramento cognitivo nell’arco temporale che và dal mese di Gennaio 2001 al mese di novembre 2008.